PERFIFERIA/SPAZI URBANI


FATTI URBANI

L’autore interpreta la città come un’architettura che si è costruita nel tempo, nella cui evoluzione emerge un contrasto tra ciò che è particolare e ciò che è universale, un confronto tra l’individuo e la collettività, e di conseguenza tra sfera privata e pubblica.
La sua analisi della città, parte da quella che è la forma urbana, soffermandosi, in particolare, su due accezioni di questa. La prima interpreta la città come un “grande manufatto” che si è sviluppato nel tempo, frutto di diversi apporti (architettura, ingegneria), mentre con la seconda scende di scala, andando a individuare degli intorni più circoscritti, cioè episodi significativi, chiamati da Rossi, “fatti urbani”, caratterizzati da una loro architettura e quindi da una loro forma specifica. La struttura del singolo fatto urbano è determinata da un locus in cui è inserito, da un disegno, esplicato in una forma e da una memoria di cui si fa portatore. Tutti questi elementi ne influenzano la qualità, ed è grazie a questa, che l’autore li assimila “a un’opera d’arte”, poiché espressione di un unicum, che li rende oggetti di natura (costruzione materiale) e soggetti di cultura, che rappresentano intrinsecamente la condizione umana. L’identificazione di questi elementi particolari all’interno della struttura della città, è necessaria per comprendere quali siano i punti fissi, cioè i veri nodi strutturali dello spazio abitato. Lo spazio, che muta nel tempo e viene plasmato dalla società in cui è inserito, si fa portatore di più significati, che incarnano la memoria collettiva e avvalorano la porzione di città con cui sono a diretto contatto. In quest’ottica l’interpretazione più corretta di città è quella in divenire, ovvero una continua crescita, trasformazione, e mutazione dell’episodio globale (città) in corrispondenza di una disseminazione di eventi specifici, diversi, caratteristici e caratterizzanti di una determinata cultura, veri fautori e promotori della coscienza collettiva di una specifica società. L’unicum città, è costituito quindi da parti che si sono sviluppate nel corso del tempo e del quale mantengono tracce visibili ma anche tracce ripercorribili solo attraverso la storia, poichè frutto della memoria collettiva dei popoli e portatori di una sintesi di valori, riscontrabili in una determinata cultura. Memoria legata a fatti e luoghi, che ritroviamo nel rapporto tra locus e cittadini e permette che questo legame, diventi l’immagine preminente, l’architettura, il paesaggio, e l’intera città.

ROSSI ALDO, L'architettura della città, a cura di Daniele Vitale, CLUP editore, Milano 1987
autori: Camilla Fasoli 769968, Crispino Alessandro Iannello 781192

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