LUCE



LUCE
Steven Holl, Parallax, 2004



capitoli:
·         Velocità dell’ombra     Pag.   45-51
·         Spazio cromatico         Pag.   57-65


…le parole vuote della luce sono proferite nel silenzio totale. 
Steven Holl

Steven Holl con questo libro cerca di individuare tutte le possibili relazioni tra architettura, scienza e percezione.
Leggendolo si possono individuare molte parole chiave, ma ciò che si ritrova in tutti i capitoli e nella lettura dei progetti illustrati dall’architetto, è l’importanza che egli attribuisce alla luce.
Luce intesa come fonte diretta (il sole o una qualsiasi fonte luminosa artificiale) e come fonte indiretta (il riverbero della luce sulle superfici e sui materiali, la luce che penetra da tagli nei muri o nei soffitti, la contrapposizione tra ambienti illuminati e ambienti ombreggiati).
Lo spazio è considerato il mezzo essenziale dell’architettura ed è imprescindibile dal movimento e dalla percezione che noi abbiamo di esso, ma la luce, da sola, ha il potere di cambiare la percezione dello spazio e dell’architettura, rendendo vivo un edificio o un luogo e suscitando intense sensazioni nell’uomo.
Il contributo della luce non è materico, in quanto come materia la luce è invisibile, l’uomo non riesce a percepirla se gli passa accanto.
Più ci si allontana dalla fonte, più la luce appare fioca e i suoi raggi si espandono.
Il comportamento della luce può a volte essere definito “innaturale”, ad esempio la luce che attraversa piccoli fori si espande e diventa molto più grande, illuminando una superficie più ampia; ma può anche piegarsi, sfilacciarsi, creare contorni netti o ombre sfumate.
Attraverso le ombre si comprende la fisica della luce, il confine tra queste (la penombra) risulta essere misterioso.
La luce è considerata come la forza di connessione fondamentale dell’universo e la meraviglia dei suoi effetti è visibile anche nelle architetture. Gli spazi possono essere svelati dalla luce o celati dall’ombra, la luce ha la capacità di descrivere una forma.
La luce che non è visibile direttamente dall’occhio è comunque percepibile. Suscita degli effetti psicologici che agiscono direttamente sulle emozioni.
I ritmi della luce nell’architettura determinano degli effetti teatrali, in assenza di essa è il tempo a determinare la differenza tra rilevante e irrilevante.
La luce possiede una sua corporeità particolare, che non si può creare con le mani; perché si percepisca sono necessarie le immagini, gli spazi. “La pressione della luce apre un nuovo campo della visione… la velocità dell’ombra”.
Il colore è una proprietà della luce; le caratteristiche sono conosciute e descritte dalla fisica, ma in realtà, per poter sfruttare tutte le sue potenzialità e i suoi effetti, è necessario saper conciliare il mondo statistico e matematico dello scienziato al mondo dell’emozione e della volontà.
In particolare Steven Holl riconosce il contributo dato da Joahnn Wolfgang von Goethe nel libro Teoria del colore, scritto nell’anno 1810: lo scrittore non conosceva ancora l’esistenza della lunghezza d’onda, e quindi si rivolgeva alla percezione e ai fenomeni cromatici nello spazio, provocati da elementi e fonti di luce naturale; oggi invece l’uomo presta più attenzione alla luce artificiale che a quella della luna.
Attraverso Goethe, Steven Holl visitò Roma e rimase affascinato dalla luminosità emanata dalla città e dai giochi di luce e ombra creati dalle architetture e in particolare dal Pantheon.
Secondo Steven Holl, nello spazio cromatico la luce è fenomeno, mistero e lunghezza d’onda, interpretabili come, rispettivamente, manifestazione della natura, ignoto e scienza nota.

La luce in architettura.
Un riassunto dell’interpretazione dell’architetto sul ruolo della luce nei progetti illustrati all’interno del libro:

·         La Tourette di Le Corbusier a Eveux-sur-l’Arbresie (1953)
La parte più affascinante di questo complesso risulta essere la chiesa, in particolare l’incrocio che collega l’altare con la sacrestia e la cripta, dove si ha un passaggio dall’oscurita’ del tunnel di collegamento, all’illuminazione creata da sette bocche di luce trapezoidali sulla sacrestia e dalle tre aperture di luce ovali sulla cripta. La luce è organizzata in modo da creare degli effetti e delle sensazioni che rimandano all’atmosfera mistica e di raccoglimento che caratterizzano una chiesa.

·         Kiasma, Museo d’Arte Contemporanea di Helsinki (1998)
Il concetto base del museo verte sull’intreccio tra la massa dell’edificio e la geometria della citta’ e del paesaggio circostante.
La caratteristica di questa struttura è la capacità di illuminare tutte le venticinque gallerie, dislocate su livelli differenti, sfruttando la luce naturale orizzontale di Helsinki: una leggera curvatura delle sezioni dell’edificio consente alla luce di penetrare in modi diversi; la “parete di ghiaccio” curva fa si che la luce verticale si diffonda attraverso le lastre di vetro, mentre la luce orizzontale è deviata attraverso la sezione centrale. Un altro effetto luminoso è creato dalla sezione curva della copertura con i lucernari a “farfalla”, che permettono la distribuzione della luce nelle gallerie al di sotto dell’ultimo livello.

·         Laboratorio della Luce, Cranbrook Institute of Science (1998)
E’ una costruzione sperimentale che utilizza nuove tecniche con lenti di vetro per modellare la luce in movimento, con lo scopo di ricreare un’architettura viva.
La luce invernale del sole penetra nell’edificio, rifrangendosi in onde luminose o creando un arcobaleno di luce che si riflette sulla parete; in questo modo la luce risulta differente ogni giorno e si riesce a percepire la presenza dell’ombra e della sua velocità.

·         Museo della Città a Cassino
Lo studio approfondito della luce si è concretizzato nella realizzazione di aperture nei muri e nei soffitti che creano forme luminose differenti: luce lineare, luce curva, angoli rovesciati, doppia luce agguantata, luce rotonda centrale, luce quadrata centrale filtrata da un vetro…
La luce dona un ritmo all’edificio, incastrandosi tra una galleria e l’altra e dando ad esse specifiche qualità legate al modo in cui sono illuminate.

·         Progetto per il Centro per le Arti Contemporanee di Roma (1999)
Il progetto parte dall’Arte Povera e il sito del concorso è un’area con grandi capannoni d’acciaio con luce da nord, adibiti ad uso militare.
Cerca di unire il nuovo e l’antico, connettendo la maglia urbana con un attraversamento sempre aperto. Vengono creati circuiti alternati in tre luci spettrali: i capannoni esistenti illuminati da nord, le nuove gallerie con luce diffusa al livello superiore e le gallerie oscurate, penetrate da spicchi di luce, al livello inferiore. Sostanzialmente la sezione dell’edificio risulta essere illuminata prima dall’alto e verso la sua fine sembra essere sospesa, grazie alla luce che proviene dal basso. La luce è comandata dalla forza dell’edificio, così come Roma e la sua storia comandano e originano la luce.


·         Palazzo del Cinema di Venezia (1990)
Il progetto lega il concetto di luce e tempo nello spazio.
Il tempo diafano è rappresentato dalla luce solare che filtra nell’acqua della laguna attraverso le fessure presenti tra le sale cinematografiche; il tempo assoluto è invece rappresentato dal fascio di luce naturale proiettato attraverso il “Pantheon cubico” dell’atrio.
La luce proiettata nello spazio, nell’acqua e nelle zone d’ombra, assume un carattere non solamente estetico e sensoriale, ma anche funzionale; si lega cioè alle attività che sono previste all’interno dei vari spazi.


Flavia Vigani







Una delle caratteristiche di questo mondo (di questa dimensione) è quella di farsi vedere, quella di farsi scoprire a tutti con una prima e semplice visualizzazione che potrebbe anche averla un neonato. Ma se non fosse così facile? Se l’arrivare a una descrizione visuale del intorno non fosse così naturale e istintivo, come si fa per dire “a prima occhiata”. E’ perché ci sarebbe stata la mancanza di un pilastro della esistenza per la vita, che è quella della luce. Energia che si trasforma in diversi materialità, e così per dire, si sacrifica in un’altra esistenza e così trasmettere i messaggi che la natura di questa dimensione ha per noi. In questa relazione si prova a scoprire, tramite l’architettura, i diversi linguaggi che ha questo elemento infinito e ancora non scoperto nella sua totalità. Scegliendo come parola chiave “luce”. Notando che, la luce, come energia pura, non si distrugge, sino, si trasforma e direi, si trasforma per noi.


…Oggi la luce, come mezzo di misurazione e comunicazione, ha una dimensione nuova e ricca. Se comparati alla velocità della luce, tutti i nostri movimenti quotidiani sulla terra sono tremendamente lenti. Il suono viaggia relativamente piano, appena 700 miglia orarie, rispetto alla luce che raggiunge una velocità di 186000 miglia al secondo, la differenza è così grande da rendere difficile un paragone. Le due teorie fondamentali della fisica moderna, la relatività (su larga scala) e la meccanica quantistica (per le scale più piccole) non sono ancora conciliabili.
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…Bordi, contorni e strutture che definiscono gli spazi urbani (ridefiniti nella parallasse) vengono rivelati nella percezione dinamica e nella luce. La mera geometria o l’idea di “prospetto” sono troppo limitative. Non si può separare l’esperienza di uno spazio urbano, generato dalla leggera rotazione dei singoli muri planari, dalla parabola di luce solare che sfiora i suoi bordi. Il movimento della luce solare esercita forze relazionali sulla definizione spaziale, occupando il corpo di un edificio immobile. La luce argentata del sole, l’ombra dii un albero, la superficie lucente di un muro di cemento, interagiscono in un gioco d’ombre con il movimento del corpo che li attraversa.
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Durante el pasar del tiempo, el hombre ha encontrado un espacio entre todos los fenómenos de la naturaleza, y a su vez, se ha comparado con todo lo que podría suceder a su alrededor, pudiendo cuantificar y dimensionar cada acción posible en la física, dandoles sinónimos, clasificaciones, medidas y limites a cualquier influencia que podria existir en su entorno. Uno de éstos fenómenos es el de la luz, que nunca dejará de sorprendernos con las características que pueda tener en diferentes entornos, como en el espacio o el vacio total. De esta manera, el hombre llega a compararse a un fenómeno tan natural y tan propio de la naturaleza, concluyendo todos sus estudios a una capacidad mínima del hombre o al menos una gran consideración a lo que la luz podría llegar gracias a sus grandes características. El verdadero estudio de un espacio no deberia limitarse solo a la cuantificación de su materialidad, ni a la simple representación de sus bordes, limites o fachadas, sino, a los posibles efectos que los elementos naturales como la luz y precisamente la luz natural tiene sobre el espacio. Características como las que tiene este elemento no son para dejar a menos, al contrario, es una herramienta primordial para cualificar e identificar el espacio. Es imposible proyectar un ambiente sin tener en cuenta del como puede afectar esta prescencia, además de, humanizar todo lo que se le involucra, eleva su potencial como lugar habitable, dando más posibilidades de vitalidad y frecuencia en su utilidad.

…Quando siamo in una stanza seduti ad una scrivania vicino alla finestra, il paesaggio in lontananza, la luce che entra, il materiale del pavimento, il legno della scrivania e la gomma nelle nostre mani iniziano a fondersi percettivamente. Il sovrapporsi tra primo piano, piano intermedio e sfondo è una questione fondamentale nella creazione dello spazio architettonico. Dobbiamo considerare spazio, luce, colore, geometria, dettaglio e materiale come un esperimento continuo. Sebbene possiamo studiare questi elementi individualmente durante la fase progettuale, essi si fondono nella condizione finale ed infine non riusciamo più a isolare la percezione in un semplice insieme di geometrie, attività e sensazioni.
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Hay cualidades que podrían pasar desapercibidas, elementos que solo un espacio podría tener y que saltan a la vista solo cuando la materialidad las encuentra y las representa solo a travès de sus características físicas. Todos estos elementos vienen armónicamente juntos, de tal manera que todo el espacio se convierte en un experimento continuo que da diferentes resultados a diferente momento (tiempo) siendo esto otra capacidad no tangible pero aún de gran importancia del espacio. Nosotros como proyectistas y ordenadores del espacio, no podemos ignorar geometría como espacialidad y a su vez el elemento principal que es la humanidad del utente, dándonos, de este, un espacio con sus propias limitaciones.

…Nelle fasi di trasformazione il vetro diventa luminoso, mentre si modifica il suo ruolo strutturale. In un semplice piano di vetro la piegatura induce variazioni sfolgoranti date dalla curvatura della luce riflessa. Il vetro fuso, con la sua opacità misteriosa, cattura la luce nella propria massa e proietta un bagliore diffuso. Anche il vetro sabbiato ha una luminescenza che muta in modo sottile a seconda del tipo, spessore e metodo di sabbiatura. Il vetro sabbiato con perle di silicone o inciso con l’acido cattura la luce e crea un bagliore oscuro. Il cromo, il vetro e il granito lucido utilizzati così spesso negli atri moderni riflettono una luce sgargiante e un’atmosfera che intimidisce, mentre la qualità torbida del vetro sabbiato e i materiali levigati determinano una profondità materiale, un’atmosfera riflessa.
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La materialidad del vidrio o de las superficies transparentes y no transparentes, pero traslúcidas, son medios de refracción para la luz, proyectándola hacia otros elementos que concluyen el viaje infinito que llega a atraversar esta luminosidad. Según las cualidades de estos elementos, nosotros podemos jugar con las infinitas combinaciones que nos otorga la justa calibración de materiales como el cromo, vidrio, vidrio pavonado, silicona, vidrio con incersiones de ácido, etc. La luz muta, cambia y se transforma (energía) en algo que la materialidad de cualquier elemento traduce en su superficie y esto provoca otro idioma de este elemento universal.

…La luce può essere letta sia come fenomeno della luce nelle parole, sia come pressione della luce nella scienza. Il linguaggio senza frasi, proprio come la luce naturale, ha essenze che trascendono significati e scopi specifici. Il linguaggio diviene una forma di luce mentre la luce diviene linguaggio. Faccia a faccia con la luce in un volume, lo spazio luminoso diventa onirico. Un momento di intensa sensibilità accende l’intuizione. In senso laterale, in avanti, indietro… le parole vuote della luce sono proferite nel silenzio totale.
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La luz se presenta como un lenguaje totalmente infinito que tiene que ser descubierto en todas sus maneras de camuflarse, transformarse y representarse. La organización de esta energía es una gran herramienta para la justa calificación de un espacio, además, demuestra una gran maestría del organizador del espacio, sensibilizando la materialidad que pueda tener un ambiente y despojandolo de la sencilla geometría, convirtiendolo en un comunicador de diferentes lenguajes.

…La fisica della luce è evidente nelle ombre. Il confine tra luce e ombra (in genere l’area grigia della “penombra”) è colmo dei misteri della matematica della luce. La luce è un ‘onda o una particella? Oppure presenta contemporaneamente proprietà dell’una e dell’altra? Il binomio onda/particella ci collega al passato remoto.
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Otro recurso que algunos obvian por su natural prescencia es la existencia de la sombra como consecuencia escalar de la desaparación de la luz. Se descubre la tercera capacidad de la luz, que es la de convertirse en penombra, un estado que podría definirse como sin luz y sin oscuridad, una capacidad intermedia que deja en duda la dimensionalidad de esta energía y el como, atómicamente puede ser transferida.

…La presenza della luce è la forza di connessione più fondamentale dell’universo. Quando luce e materia si separarono, l’universo divenne trasparente alla luce. Secondo la teoria corrente, durante il primo milione di anni l’universo era opaco e privo di ombre.
La teoria dei quanti ci obbliga ad accettare l’idea di universi paralleli rappresentati dai fotoni e dai lampi delle onde di luce e ombre. I misteri della scienza della luce sono simili alle meraviglie fisiologiche che produce la luce naturale in architettura: il debole bagliore della tenue luce diurna riflessa, la lucentezza di una parete di gesso bagnata dalla luce solare e le variazioni tra ombre pesanti e ombre leggere date dal colore riflesso. La gamma degli stupefacenti fenomeni della luce e dell’ombra contiene ambiguità misteriose che risplendono elasticamente in un’onirica incertezza. La luminescenza delle linee d’ombra contro una tela o una lastra di vetro bianco all’aria aperta cristallizzano il teatro della luce. Le possibilità infinite della luce sono evidenti fin dall’inizio dell’architettura e continueranno a esserlo anche in futuro.
…La luce non è visibile agli occhi è percepibile comunque. Gli effetti psicologici della luce possono portare a estremi emotivi con ripercussioni dirette. Oppure si può parlare della luce in un sogno.
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La luz llega a tener diferentes enigmas en su existencia, desde los sueños de una persona que pueden ser interferidos por una extraña representación de la luz, hasta el hecho de la otra dimensión que esta atraviesa durante su recorrido que, para nosotros, en esta dimensión, vienen reflejados como: luz natural, luz tenue o el simple rayo de luz que se refleja en un material traslúcido. Todos estos modos de prescencia de la luz son cualidades que si son organizadas de una manera coherente y armónica llegan a sensibilizar cualquier elemento inerte carente de expresividad natural. La luz no será la misma para los ojos, será siempre diferente en dadas situaciones, si se llega a dirigir estas sensaciones en multiples casos, de una manera deseada, se puede conseguir una orquesta de elementos en una dimensión totalmente bajo control, porque hablamos de la luz, de un elemento que, como se expresa desde un comienzo, escapa de nuestras posibles potencialidades fìsicas.

Partitura della luce
Le proprietà della luce rappresentano il principio organizzativo anche del Museo della Città che abbiamo progettato per Cassino. Dopo aver tentato di modellare la luce al computer, abbiamo capito che erano necessari modelli fisici. In realtà, la luce andrebbe modellata a grandezza reale mentre cade da un muro al quadrato della sua distanza della fonte che l’ha originata. Le gallerie sono organizzate in sezioni di luce a incastro. Tra ogni sezione è previsto un intervallo che è l’equivalente del silenzio in musica e forma una sequenza invertibile che può essere “suonata” dal movimento corporeo. Ogni area espositiva comincia come spazio neutrale individuato attraverso la propria specifica qualità luminosa.
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El espacio dado para que el lenguaje de la luz sea fácilmente perceptible se envuelve con el silencio del ambiente y los limites físicos que pueda tener, de esta manera, la luz se expresa en su más nítido idioma, dando la posibilidad a cualquier utente de disponer de ella como más justo le paresca. Este recurso parece ser tan sencillo y tan fácil de lograr que hace olvidar todas las medidas y posibles impactos que se tienen que prevenir antes de la inserción de esta herramienta. En este caso, se usan modelos plásticos tridimensionales para un acercamiento de la realidad a la proyectación y si es necesario, a una rapresentación física de este contenido.

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