CLASSIFICAZIONE


La città si forma per accumulo, quindi è conoscibile solo per accumulo: e le parti più interessanti di essa sono proprio quelle più singolari, anomale, imprevedibili;
quelle refrattarie a qualunque classificazione e che perciò rendono qualunque tentativo di classificazione fallito in partenza.” - Aldo Rossi

L'architettura delle città è un testo che analizza e approfondisce il tema della morfologia umana. L'autore basa il suo studio intendendo la città come un “organismo composto da tante parti compiute che si formano a lungo andare con il tempo, acquistando, nella memoria individuale e collettiva, valori che costituiscono l'anima delle città”.

Ne L’architettura della città sono molteplici le definizioni e le forme con cui è enunciata la nozione di fatto urbano. Il tentativo di comprendere e spiegare tale nozione ha condotto ad esaminare l’accezione con cui Rossi compone L’architettura della città, che egli stesso assimila ad un trattato. L’analisi del volume ha però riconosciuto come la composizione del libro non è direttamente riferibile ad un uso classico della stesura editoriale del trattato, la quale ha tra i riferimenti più noti nel passato come nel caso vitruviano o dell’Alberti.

La ricerca si è inoltre proposta come obiettivo di comprendere quale sia il modo per avvicinarci alla conoscenza concreta del reale dei fatti urbani, al fine di ottenere un reale progresso negli studi della città.
Si può partire dallo studio della forma della città nella sua esperienza concreta come grande manufatto che cresce nel tempo; tale visione è però solo un punto di vista più concreto con cui affrontare il problema. Si può studiare la città attraverso lo strumento tipologico, che individua le diverse forme, situazioni e distribuzioni delle sue parti. L'elemento tipico/tipo è una costante; è riscontrabile in tutti i fatti architettonici. Il tipo è l'idea stessa di architettura.

Nessun tipo si identifica come una forma anche se, tutte le forme architettoniche sono riconducibili a dei tipi.”

Un'altra questione principale dei fatti urbani, oltre all'individualità, il locus, la memoria e il disegno stesso, è la funzione. Le funzioni riassumono la forma e costituiscono univocamente il fatto urbano e l'architettura. In molti casi lo studio della morfologia si riduce però a un mero studio della funzione. La classificazione per funzioni è infatti troppo semplificata; è comoda per una classificazione elementare, ma non soddisfa la ricerca e allontana da una conoscenza concreta del reale.

Nasce quindi il problema della classificazione degli elementi che costituiscono i fatti urbani delle nostre città.
Le teorie sull'architettura della città si fondano su una continua lettura della città e dell'architettura sottointendendo una teoria generale dei fatti urbani.
La teoria della geografia sociale basa la lettura della città sul contenuto sociale, prima che sulla descrizione dei fattori geografici. I fatto sociali sono precedenti alle forme e alle funzioni e le comprendono. Si tratta di uno studio sociologico.
La teoria delle persistenze pone i fatti urbani come indicativi delle condizioni dell'organismo urbano; la loro ragion d'essere è la continuità, il legame tra le forme delle cose attraverso le epoche, l'unità nell'espressione urbana.

La conoscenza del passato costituisce il termine di confronto e la misura per l'avvenire.”

La teoria delle permanenze è anche legata all'ipotesi della città come manufatto. Il metodo delle permanenze è obbligato a considerare il fatto urbano a di fuori delle azioni presenti che lo modificano: è un metodo isolatore. Solo le permanenze possono mostrare ciò che la città è stata, per tutto quello con cui il suo passato differisce dal presente. I fatti urbani persistenti si identificano con i monumenti; questa persistenza e permanenza è data dal loro valore costitutivo, dalla storia e dall'arte, dall'essere e dalla memoria.
Il processo dinamico della città tende più all'evoluzione che alla conservazione e che nell'evoluzione i monumenti si conservano e rappresentano dei fatti propulsori dello sviluppo stesso.

La funzione è insufficiente a definire la continuità dei fatti urbani e se l'origine della costituzione tipologica dei fatti urbani è la funzione, non si spiega nessun fenomeno di sopravvivenza: una funzione è sempre caratterizzata nel tempo e nella società.”

La forma è intimamente della forma generale della città, ma il parametro del tempo è fondamentale nello studio dei fatti urbani.

La forma della città è sempre a forma di un tempo della città.”

Per analizzare ila città è possibile individuare un luogo in cui si manifestano i fatti urbani, cioè l'area-studio, una porzione dell'area urbana che può essere definita ricorrendo ad altri elementi dell'area urbana presa nel suo complesso e che è un importante di classificazione delle città. Aldo Rossi concepisce comunque la città come qualcosa che cresce per punti (elementi primari) e per aree (quartieri e residenze); il loro rapporto configura in modo concreto la città. Gli elementi primari partecipano all'evoluzione della città nel tempo e l'unione di questi elementi costituisce la struttura fisica della città.

In ogni caso la geografia della città è inscindibile dalla sua storia, e senza di esse non possiamo capirne l'architettura che è il segno concreto di questa 'cosa umana'.”
Che si tratti di una città spontanea o di una città evoluta, il tracciato della sua pianta, il disegno delle sue strade non è dovuto al caso. Esiste un'obbedienza alle regole, esiste sempre un elemento generatore del piano.”

Stabilire una logica dell'architettura basata su dei principi essenziali è alla base del problema dell'elaborazione di un principio generatore dell'architettura, dell'architettura come scienza, e dell'applicazione e della formulazione degli edifici.
Lo studio della casa parte da classificazioni geografiche e da considerazioni sociologiche, per calare, attraverso l'architettura, nella struttura della città: la creazione umana.

Qualsiasi ricerca sulla città ha in primo piano il discorso dell'architettura, dal cui studio si può giungere a una visione globalizzante della città e quindi alla comprensione della sua struttura, a livello ecologico, psicologico o sociologico.

Dopo aver cercato di cogliere la complessità della questione urbana e dei suoi fatti urbani attraverso la loro classificazione per mezzo del concetto di forma, tipo, funzione, memoria, sociologia, politica e psicologia, possiamo affermare che “è la città stessa, attraverso le sue istituzioni politiche, che sceglie la sua immagine. La città ha per fine se stessa. Non vi è trasformazione urbana che non significhi anche trasformazione della vita dei suoi abitanti.

Autore e libro: Aldo Rossi, L'architettura della città, città studi edizioni, 2006
Studente: Sara Fontana

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